Cominciamo la settimana tornando su un argomento che abbiamo già iniziato a trattare nelle settimane precedenti parlando della scelta degli amici e di quella di interrompere gli studi; torniamo, dunque, sulla comparsa di certi atteggiamenti o comportamenti del nostro adolescente che ci rendono difficile riconoscerlo come lo stesso individuo che, bambino, cullavamo tra le nostre braccia. In sostanza, ci poniamo di fronte al problema che, ci piaccia o meno, i figli cambiano.

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Citiamo ancora due esempi di situazioni che spesso ci spiazzano.

  • Mi ha rubato dei soldi

Cosa succede?

Avete fatto di tutto per essere buoni genitori e vi sentiti traditi da questo gesto inspiegabile, con il quale l’adolescente sottolinea che quello che gli date non gli basta. Voi vi sentite generosi e la cosa vi preoccupa, perché “bastava chiedere”. Forse non vuole “elemosinare” e vedendo il portafogli pieno pensa che per voi non faccia differenza una banconota in più o in meno. Forse utilizza questi soldi per fare acquisti che voi genitori non condividete ed ha bisogno di nasconderlo. Forse, ancora, ha la sensazione di non contare abbastanza per voi.

Qualunque sia la risposta giusta, non giocate agli indovinelli. Di fronte ad un simile gesto, cercate di fargli riconoscere il “perché” di questo gesto. Ascoltatelo mantenendo un atteggiamento di fermezza: “Non ammetto il furto di nessun tipo. Si chiede e si accetta la risposta positiva o negativa”.

Come reagire?

Evitate assolutamente di piangere sul latte versato, di lamentarvi dell’accaduto, gli adolescenti detestano le emozioni manifeste, perché si trovano in imbarazzo, come se fossero trattati da bambini. Invece di far percepire una regressione, trattiamoli da grandi: “Vali molto di più, sei capace di grandi cose…”. Non esitate a parlare anche dei principi e dei valori della famiglia sin dagli antenati. Non deve rompere la tradizione di onestà e di rispetto degli altri. Fate allusione ai maschi (padre, nonno) se si tratta di un adolescente maschio, perché succede spesso che i maschi facciano fatica a vivere la loro mascolinità ed un riferimento ad esempi familiari li può stimolare a volersi sentire all’altezza.

  • Non ha voglia di parlare con me

Cosa succede?

Vostro figlio non ha voglia di parlare con voi per tenere nascosto il proprio giardino segreto. Non vuole che voi sappiate tutto di lui, raccontare o raccontarsi alla mamma lo farebbe sentire ancora troppo bambino. In realtà, vi percepisce ancora come confidente, ma ha bisogno di mettere le distanze. Entrato nella fase della pubertà e della procreazione, egli si stacca giustamente da quella che doveva essere sua moglie quando era più piccolo. Deve imparare ad amare superando quello che era l’amore infantile. A volte potrà rivolgersi con più attenzione al padre, se lo stima e se si sente accolto,  perché ha bisogno di sentirsi diventare un uomo.

Come reagire?

La mamma deve solo accettare questa situazione e sopratutto evitare di porre mille domande o di scavare nella sua vita personale, perché certi argomenti intimi si affrontano più facilmente tra persone dello stesso sesso. Non si tratta di rinunciare drasticamente al contatto: anche se fa finta di non ascoltarvi, rivolgetegli la parola senza gridare o comandare. Si parla… anche di filosofia, di politica, scegliendo argomenti generici e non troppo personali. E’ probabile che finirà per dire la sua, anche solo per contestarvi, ma non importa: l’importante è mantenere il legame e fargli capire che fa sempre parte della famiglia in un clima d’amore.