La mia formazione universitaria e l’ormai quasi quarantennale esperienza, mi permettono di intervenire con grande efficacia per aiutare i miei pazienti a sormontare difficoltà di ordine psicologico e relazionale ed a trovare soluzioni per problemi di varia natura.

In questo senso, riesco ad essere particolarmente efficace nelle attività di coaching e di counselling, attualmente molto in voga e spesso praticate con scarse credenziali.

La mia impostazione generale è molto semplice: ritengo che chi si rivolge ad uno psicoterapeuta non sia, come molti temono di essere considerati, un malato mentale. In realtà, il paziente ha semplicemente bisogno di un sostegno che lo aiuti ad individuare e percorrere una strada che lo porta ad una migliore qualità della vita. L’approccio è, quindi, di tipo cognitivo – comportamentale.

Per questo motivo, le mie sedute non sono altro che delle conversazioni durante le quali faccio da specchio alla persona che ho di fronte, in modo che questa possa guardare dentro di sé e così scoprire che troverà in sé le soluzioni che cerca. Ancora oggi, a distanza di anni, ricordo con piacere quello che considero il più bel complimento ricevuto da una paziente. Questa, alla domanda del suo medico su quale fosse la mia scuola, freudiana, junghiana o adleriana, ha risposto “è josettiana“.

Penso, in effetti, che ogni caso raggruppi una visione d’insieme ed un approccio non inquadrabile rigorosamente in un unico tipo di scuola.

A seconda dei casi le terapie possono essere più o meno brevi e comunque offro la massima disponibilità di comunicazione e sostegno anche tra una seduta e l’altra.