Non esiste certamente una risposta categorica alla domanda che tanti genitori si pongono sull’opportunità o meno di lasciare che i propri figli credano in Babbo Natale.

E’ una questione apparentemente futile, ma che non deve essere presa alla leggera,. E porto a testimonianza testimoni alcuni esempi che mi sono stati sottoposti durante la consultazione.

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  • “E’ volato via il mio unico sogno di prima infanzia”

Una paziente mi ha raccontato di avere avuto 8 anni nel momento in cui ha saputo che Babbo Natale erano, in realtà, i suoi genitori. A dire il vero, ha specificato, “…Sapevo già tutto dall’età dei 6 anni, ma non volevo saperlo“. Quando ne ha parlato con loro, facendo una domanda molto chiara, si aspettava una risposta altrettanto chiara, era pronta ad ascoltarla, a rinunciare a Babbo Natale, probabilmente perché aveva, nel frattempo, scoperto il piacere della letture, in particolare delle storie di fate. In tal modo, la paziente viveva nell’immaginario, nella fantasia, staccandosi dall’educazione terra-terra impartita dai genitori. Loro non trovavano mai tempo per la figlia, perché sempre impegnati a lavorare e quando le hanno confermato che Babbo Natale non esisteva, la ragazza ha capito che quella era stata l’unica parte di sogno che le avevano regalato. Oggi la paziente ha una bambina di 6 anni che crede in Babbo Natale e lei non pensa di avere il diritto di privarla da questa felicità che rende tutto magico, dell’attesa dopo aver scritto la letterina, della scoperta dei pacchi sotto l’albero e della gioia nell’aprirli. Tutte emozioni uniche che non si ripeteranno mai.

Ad ogni modo, la frase “Sapevo tutto ma non volevo saperlo” mi ha colpita, perché mette in evidenza quanto i bambini percepiscano le bugie, le menzogne degli adulti. Sono loro che faranno la scelta, anche inconscia, di accettare o meno quanto viene detto dagli adulti. A volte, per il proprio confort personale, per arginare il dolore o la paura, il bambino preferisce credere a quello che gli viene detto pur sapendo che non si tratta della verità. Mantiene questo atteggiamento per proteggere il contorno familiare, per evitare che ci siano ferite o delusioni. Di fatti, la bambina non ha messo in imbarazzo i genitori, dimostrando la sua maturità. Ricordiamoci, quindi, che quando un bambino pone una domanda pertinente su un argomento importante significa che è pronto, psichicamente, a ricevere una risposta reale e rispettosa del suo desiderio di sapere.

  • “Ho subito smesso di credere in Dio”

Un’altra paziente mi ha raccontato di come i suoi genitori gli avessero sempre garantito che esistesse Babbo Natale, Ogni volta che lei esprimeva un dubbio in merito, erano pronti anche a giurare! Il giorno in cui ha scoperto, tramite amici di scuola, che non esisteva Babbo Natale, non fu solo una terribile delusione ma anche un’umiliazione. Aveva 9 anni. Era così convinta che i suoi genitori non potessero mentire da arrivare a dire ai suoi amici che l’aveva persino visto! Tornato a casa era piena di rabbia, accusando i genitori di essere dei bugiardi… e questo li ha fatti sorridere. Altra ferita. In un secondo momento le hanno spiegato che tutti i genitori fanno così ma questa loro giustificazione non le importava, era ormai troppo tardi! Erano stati bugiardi e l’avevano resa ridicola agli occhi dei suoi coetanei. La sua visione del mondo si era capovolta, come se avesse perso dei punti di riferimento, ha smesso di credere in Dio sino a rifiutare di fare la comunione. “Che senso ha – diceva – credere ad un Dio barbuto che sta in cielo e che sarebbe venuto sulla terra tramite suo figlio, piuttosto che ad un altro?

Rimettere in discussione la parola dei genitori può, a volte, far vacillare il mondo del bambino: se le persone che gli sono più vicine e più affezionate si sono permessi di raccontargli una bugia, nessuna affermazione da parte loro sarà più considerata una garanzia. Un vero terremoto nell’universo del bambino.

Nel caso di questa paziente, tutti i suoi mondi sono sprofondati, compreso quello di Dio, figura molto vicina a quella di Babbo Natale.

In caso di qualsiasi dubbio da parte del bambino, meglio presentare Babbo Natale come un mito al quale fa piacere credere, ma non insistete mai con la menzogna e non solo in questo caso. Mettete tutta la vostra sensibilità e delicatezza nel dire la verità, insistendo sul valore del dono, che venga dai genitori o da un Babbo universale che distribuisce regali a tutti, grandi e piccoli. I credenti possono benissimo introdurre Dio, che ha fatto all’umanità il dono di Gesù, di cui si festeggia la nascita proprio a Natale.

Ancora una volta ribadisco quanto scritto sopra: il bambino è maturo e pronto ad assimilare la risposta ad una domanda fatta da lui. E’ lui che vi dà il ritmo del suo sviluppo e facendo attenzione eviterete “gaffe” innocue ai vostri occhi ma a volte traumatiche per lui.