Gli schermi e tutto quello che trasmettono prendono sempre più spazio nella vita dei bambini e degli adolescenti, oltre che in quella di noi adulti. E’ fondamentale, quindi, chiederci che ruolo abbiano i genitori nei confronti dei media per poi poter capire certe reazioni dei nostri ragazzi.

Iniziamo col dire che la risposta è piuttosto ambigua: positiva e negativa.

Molto spesso disprezzati perché assenti o incapaci, i genitori si ritrovano sul banco degli accusati mentre in realtà abbiamo osservato in tanti casi un’attenzione particolare in materia di media. Si stanno moltiplicando le statistiche per verificare questo loro comportamento e ben il 70% dei genitori ha un occhio attento e vigile su quello che guardano i propri ragazzi fino all’età di 16 anni. Consapevoli dei rischi e della gravità delle conseguenze di questa vera e propria droga, i genitori lavorano in modo magari occulto, con varie strategie per limitare l’influenza dello schermo sul cervello dei loro figli.

Sembra che i genitori siano più severi con le femmine che con i maschi, di fronte ai quali sono più permissivi pur essendo convinti di dare un’educazione paritaria. Inconsciamente, pensano che il danno delle immagini sui maschi sia minore che sulle femmine (e siamo nel 2016!) e che addirittura nel maschio si possa, con questo comportamento, forgiare un carattere virile. No comment!

Una soluzione ottimale è quella di cercare di proporre varie attività fuori casa o anche in casa stessa, mettendosi a giocare, a leggere, ad inventare con i figli occupazioni che li distraggano. I bambini sono delle spugne nel bene e nel male: hanno un enorme ventaglio di interessi che vanno affiancati ed il valore aggiunto della condivisione non ha prezzo mentre sono veramente soli davanti allo schermo. In un clima di serenità, di dialogo e di fiducia reciproca, non ci sono difficoltà nella supervisione delle attività mediatiche.

I genitori che scelgono questa strada non hanno difficoltà nel prendere posizioni nette sui contenuti “divorati” dai loro figli esprimendo quello che ne pensano, le loro critiche, i loro dubbi, ma anche le loro aspettative. E’ importante far capire ai ragazzi che sono vittime di stimoli negativi che porteranno conseguenze dannose nel loro cervello e nella loro vita. Non si tratta per i genitori di imporre un’autorità assoluta, un potere incontestabile, ma di approcciare l’argomento in modo educativo da estendere a tante altre situazioni. In una famiglia è giusto che ognuno, bambini, adolescenti e genitori possa esprimere liberamente il proprio pensiero ed essere ascoltato e non necessariamente condiviso.

I genitori hanno un ideale di educazione molto preciso in base alla loro storia personale, ai loro valori, all’ambiente sociale e non intendono staccarsene per lasciare spazio ai media o ai compagni.

In realtà sono spesso più le madri che prendono in carica questo ruolo di controllore dei media, probabilmente perché sono più sensibili all’impatto psicologico ed emozionale dei media sui loro figli, che tendono a proteggere dai pericoli.