Non passa giornata senza che qualche paziente mi faccia questa domanda: “Che cos’è l’amore?“.

Mi capita rispondere, in modo molto banale, che bisogna distinguere l’amore con la “a” normale e quello con la “A” maiuscola. Tuttavia, credo che nessuno di noi sia in grado di definire esattamente un sentimento che attiene alla psicologia, alle neuroscienze, alla sociologia, alla biologia. E che, soprattutto, deve essere vissuto più che definito.

love

Pensate che su Google la parola “love” ha più di due miliardi di ingressi, più della parola “sesso”! Appare, dunque, strano che siano pochi i filosofi che hanno cercato di approfondire l’analisi di questo sentimento, spesso assimilato ad una confusione di sentimenti dalle conseguenze spiacevoli!

D’altra parte, la scienza ci spiega che si tratta di un processo biochimico chiamato “attaccamento” che avrebbe per unico scopo la procreazione e la conservazione della specie. Ma noi non possiamo ridurre l’essere umano ad un meccanismo puramente “biologico”.

E’ difficile credere nell’attrazione dei geni: non c’è dubbio che i feromoni ed altri fattori biologici abbiano un ruolo di rilievo nell’attrazione sessuale ma l’Amore è tutt’altra cosa. Non credo nemmeno che gli uomini vengano da Marte e le donne da Venere: l’immagine in sé è bella, ma non trova fondamenti seri come tante altre spiegazioni “psico-neuro-bio-zoo-scientifiche”.

A volte si sente dire che l’amore è programmato per tre anni, giusto il tempo di permettere alla progenitura di sopravvivere con un minimo di autonomia… nella savana! Anche se questa teoria va nel senso della riproduzione, l’amore è ben altro rispetto alla funzione biologica che sorge dalla sessualità procreatrice. Non è nemmeno necessariamente funzione di un bisogno imperativo di legame: si può amare una persona senza volere o potere a tutti i costi vivere con questa. Darwin l’aveva già sottolineato, vedendo nell’amore un ponte tra il sesso e la moralità, costruito con delle emozioni estetiche e di simpatia. Per capire l’amore, occorre penetrare nei meandri della psiche umana e sapere che si tratta di un’esigenza nei confronti dell’altro e di se stesso. E’ una crescita mutua, un costruire assieme un film pieno di avventure comuni.

Ma da dove nasce la capacità di amare?

L’essere umano ha una speranza-vita ben maggiore rispetto a quella degli animali, ma impiega anche molti più anni prima di acquisire una certa maturità ed autonomia, e questo tempo gli permette di tessere legami affettivi sempre più stretti con il proprio nucleo familiare. Nell’adolescenza, il bambino esce da questo stato di fusione con i genitori ma permane in lui la nostalgia di un paradiso perso che va a cercare fuori dalla cerchia familiare. Ne risulta che la famosa pulsione sessuale che sarebbe alla base di tutti i nostri desideri non è altro che un beneficio secondario.

Tante volte, in terapia, ci troviamo davanti persone che non sanno (direi persino che “non possono” amare).

E voi che ne pensate? Cosa ritenete che sia l’amore?