Se ci soffermiamo un momento sul nostro modo di essere e di agire, ognuno di noi scoprirà delle pulsioni più o meno lecite che ci fanno dire “Non riesco a fare a meno di…“. Cercare di capire l’origine e (perché no) le funzioni di queste pulsioni è appassionante: in effetti, tutto ha il suo perché e tutto è utile. Cerchiamo di mantenere questo atteggiamento mentale per vivere in modo positivo e non come se fossimo schiacciati dal destino.

Vediamo adesso di capire quanto anticipato nel precedente post.

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Perché non sappiamo resistere alle nostre piccole pulsioni?

In realtà, e lo sappiamo, potremmo benissimo resistere ed proprio questo che le rende irresistibili! Nel tirar fuori l’espressione “è più forte di me…” lasciamo venire a galla la parte selvaggia, infantile che ognuno di noi ha in sé e che soffre nell’essere dominata. Scaricare sull’impulso ingiustificato un desiderio da colmare è una soluzione molto comoda. Due forze convivono dentro di noi: l’aspirazione ad un ideale (quello che vogliamo essere o apparire) e una forza di regressione contro la quale cerchiamo di lottare. Quando la differenza tra queste due  forze è troppa, si cerca un compromesso o, per meglio dire, una giustificazione.

Che cosa rivelano di noi?

Mangiare caramelle, comprare cose inutili, perdere il proprio tempo su siti sciocchi, sono tante tentazioni irresistibili che parlano molto dei nostri bisogni e delle nostre mancanze ma mettono anche alla luce la nostra voglia di vivere liberi, non sempre costretti o inquadrati dalle regole che spesso fissiamo noi stessi! Insisto sempre nel dire che la presenza delle regole è rassicurante, perché se le rispettiamo non si corrono rischi. Per contro, nel disubbidire a se stessi, nell’infrangere l’auto disciplina si sviluppano autostima e fiducia nelle proprie capacità. L’affermazione dell’IO può passare dalla sfida non solo con il mondo esterno ma anche con se stessi. Nel lasciarsi andare a questi piccoli “vizi”, si afferma la propria libertà ed autonomia.

Queste manie sono un modo per sentirsi liberi?

In qualche modo sì.  Esse agiscono come valvole che ci permettono di sentirci noi stessi pur regalandoci piccoli piaceri segreti, spesso infantili o adolescenziali, comunque leggeri. Si rivela anche un modo per resistere al “sistema” che tende a “omogeneizzare” la società, standardizzando tutti gli adulti. In tal modo, si esce dal sistema e si rivela la propria autenticità, originalità.

Quando le manie diventano “benefiche”?

Lo sono quando rimangono dosate, misurate, cioè quando non ci sono eccessi. In tal caso, le manie non danneggiano minimamente la vita familiare o sociale.

Quando, invece, le pulsioni si trasformano in compulsioni, cioè quando è veramente impossibile resistere e si dedica loro sempre più tempo, non solo perdono la loro azione benefica ma diventano invalidanti. Si sviluppa una vera e propria malattia mentale dalla quale si è dipendenti.

Al contrario, fin quando siamo noi a decidere cosa fare, anche usando malafede e tante giustificazioni più o meno campate in aria, rimaniamo i gestori della nostra quotidianità, i maestri della nostra vita. Questo è l’essenziale per essere uomini e donne e vivere come tali.