So che a prima vista il titolo di questo post può apparire banale, ma spesso è un concetto sul quale si generalizza senza soffermarsi troppo sui contenuti. L’abbiamo visto nel post precedente, le cause di una infedeltà possono essere numerose ed è chiaro che non sia facile gestire un tradimento, indipendentemente dal fatto che la “vittima” sia l’uomo o la donna.

In queste mie riflessioni rischio di aver dato l’impressione che sia più spesso la donna, ma ciò non è assolutamente vero. Per semplificare l’esposizione del problema mi riferisco ad un sesso ma si tratta di un problema che possiamo definire “double-face“.

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Una volta presa la decisione di rimanere in coppia, subentra la richiesta di riparazione.

La ferita narcisistica è inevitabile e ad essa si aggiunge un senso di umiliazione (“Mi sono fatta fregare“) e  la delusione nello scoprire che l’altro non è, forse, esattamente la persona che conoscevate. Tocca quindi al “traditore” aiutare il partner a risalire la china, fornendo prove concrete della propria volontà di fare in modo che la coppia resista all’urto.

Un mio consiglio. Passate al più presto a porre la domanda chiave: Come farai a fare in modo che io abbia di nuovo fiducia in te? Quali cambiamenti puoi mostrare per giustificare la scelta di andare avanti assieme?“.

Si tratta, in un certo senso, di sottoscrivere un “contratto di sicurezza“: risposte dirette e franche a tutte le domande, trasparenza assoluta sugli spostamenti o contatti con persone poco gradite, distruzione dei “ricordi” (se proprio vi fa star bene, consapevoli che se uno vuole non cancella quello che ha memorizzato) Tutto questo anche se sono passati mesi, ma sempre consapevoli che ciò rischia di diventare un gioco al massacro con uno sgradevole effetto boomerang.

In sostanza, il partner deve fornire tante prove di buona fede e di sincerità nei vostri confronti. Non esitate a chiedere quello che vi farebbe piacere, che si tratti di scuse esplicite, di una cena al ristorante, di una serata al teatro o al cinema, di una mattinata al letto senza guardare l’ora. L’importante è essere consapevoli del fatto che non bisogna pretendere che sia l’altro ad indovinare quello che vi frulla in testa: imparate a chiedere invece di accusare l’altro di mancare di sensibilità e di intuizione.

Il tempo della riscostruzione

In ogni male c’è un bene. Questo è uno dei miei leit motiv.

L’infedeltà dell’altro vi ha costretti ad aprire gli occhi sui compromessi fatti negli anni dalla vostra coppia. E’ arrivato, dunque, il momento di partire su delle nuove basi. Quante coppie sull’orlo della separazione o persino già separate ma ancora in stretto contatto vengono da me per poi capire che si tratta di affrontare un nuovo inizio. “Magari l’avessimo fatto prima“, “Ci voleva così poco per capirci meglio“, “Adesso lavoriamo sulla comunicazione“. Tante, ma proprio tante coppie riescono a ripartire piene di entusiasmo per questa loro rinascita.

La ricostruzione è, in realtà la tappa più delicata: il partner tradito richiede una garanzia di successo ed il traditore si sente in obbligo di darla. Ma chi di noi ha la sfera di cristallo? Nessuno è infallibile e nella vita tutto può succedere. Però, con l’aiuto, eventuale, di un consulente o con l’analisi sistematica (da fare in due) dei cambiamenti positivi da portare alla vostra coppia (comunicazione, sessualità, atteggiamenti) si ottengono grandi risultati.

Studiate, inoltre, come essere immuni da eventuali tentazioni o, più esattamente, imparate a dominarle, a gestirle, le tentazioni. Questo è segno di maturità.

Poco a poco, un atteggiamento positivo permetterà alla vostra coppia di ritrovare la famigerata fiducia reciproca. La chiave di tutto è “aver fede nell’altro”.