Finite le vacanze, eccoci pronti a riprendere le nostre attività dopo aver scaricato lo stress e fatto il pieno di energia. Ma quanto tempo durerà questo effetto benefico? Ecco qualche trucco per non vivere sempre di corsa, per evitare di entrare in un nuovo turbine o cercare di uscirne se stiamo già affondando…
“Non ho un minuto per me!”…“Non ho nemmeno il tempo di respirare!”…“Non è una vita ma una galera!”… quante espressioni mettono in luce la nostra difficoltà nel gestire il tempo. Siamo sempre di corsa, frenetici, anche isterici, e rassomigliamo al coniglio bianco di Alice nel paese delle meraviglie. In realtà, le lancette si muovono sempre alla stessa velocità ma il mondo ultra tecnologico nel quale viviamo esercita su di noi una tirannia tremenda, quella della grande velocità. Allora si corre sempre, per agire, per stress, a volte non si sa nemmeno verso che cosa.
Una volta il tempo era il tempio della nostra esistenza. Cicli, periodi, riti si succedevano, rassicuranti nella loro forma, nei loro contenuti e nel potere aggregativo.
Oggi siamo bombardati da mail, sms ed altri contatti sempre più numerosi ai quali è difficile sottrarsi. Siamo diventati tutti i centralinisti della nostra vita!
Abbiamo bisogno di respirare, di riprendere fiato?
Iniziamo con qualche suggerimento e proseguiremo con calma più avanti.
- Facciamo una selezione delle priorità
Siamo Asap, as soon as possible, appena possibile, siamo sempre di corsa, tutto è diventato urgente. Significa che non riusciamo più a distinguere quello che è realmente urgente da quello che si può momentaneamente rimandare; non riusciamo a valutare l’essenziale ed il superficiale o per lo meno a soppesare in modo giusto le conseguenze della nostra scelta nel dar priorità ad un’azione piuttosto che ad un’altra. Si possono chiamare “gli assalti dell’istantaneo” perché, sommersi, non riusciamo a tenere più le redini del nostro destino. Ci si lascia sommergere con la convinzione che ne salteremo fuori; pensiero magico ma infantile. Come se avessimo un potere sulle cose e sul tempo! Ricordiamoci, invece, che possono sempre subentrare imprevisti o ritardi negli impegni prefissati, quindi è necessario mantenere una certa elasticità.
Ma sopratutto, impariamo a rifiutare. Quanto è difficile dire di no, quasi come se avessimo paura di non essere più stimati, o peggio ancora di non essere più amati! La paura di deludere e la troppa importanza data a quello che pensano gli altri fa sì che ci ingolfiamo, ci lasciamo invadere dagli impegni senza riuscire a porre limiti, siamo saturi e magari ciò può portarci a commettere errori che potremmo pagare anche a caro prezzo. Parlo, purtroppo, per esperienza recente. Capita a tutti, non è un dramma, ma trasformiamo tutto questo in una lezione di vita. Quindi: meglio misurare bene le proprie capacità, i propri tempi, la propria energia prima di metterne sempre di più a disposizione degli altri.
Bisogna assolutamente imparare a dire di no. Accettare tutto e (spesso) qualsiasi cosa che ci viene chiesto di fare ci dà l’illusione di essere utili. Brutto affare, perché se da una parte l’impegno mi dà la sensazione di vivere, dall’altra risucchia anche tanta energia. Si complica ulteriormente tutto quando ci impegniamo per gli altri sentendoci investiti dalle loro aspettative e quindi misurati in base al risultato.
La soluzione? Considerare che una promessa non mantenuta nel contenuto o nei tempi genera più delusione che un franco e sincero “Mi dispiace, non ce la faccio”.
L’onestà di un rifiuto sin dall’inizio vale molto di più di un elenco di scuse, scusanti e pretesti per non esserci riusciti!
Come alzare, adesso, il piede dall’acceleratore?
Stabiliamo per iscritto una gerarchia classificando le nostre attività e quello che dobbiamo (o pensiamo di dover) fare, individuando quello che è:
- urgente e necessario;
- urgente ma non necessario;
- necessario ma non urgente;
- né urgente né necessario.
Attenzione a tutto ciò che rientra nel punto 4, poiché sono queste attività i peggiori ladri del nostro tempo e delle nostre energie!
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