Non è certamente facile sapere quel che si vuole ma, come abbiamo già accennato, si può imparare a scegliere. Proseguiamo oggi con qualche suggerimento pratico.

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  • Puntiamo sulle nostre attitudini spontanee e su quelle nascoste.

Ci sono cose che tutti sanno fare (più o meno bene) ed altre che, invece, ci sembrano irraggiungibili tanto sono lontane dalla nostra natura. Muoviamoci su ambedue i fronti.

Il primo esempio che mi viene in mente: me stessa. Mi sono sempre considerata brava nell’uso della parola, ma totalmente incapace nella tecnologia. Tutte le mie scelte professionali sono state fatte sulla base di queste capacità, diciamo, innate. E’ arrivato però il momento in cui non bastava scrivere a mano un articolo di giornale, non bastava comunicare “face a face” con le persone, non bastava l’enciclopedia per completare o affinare le conoscenze. Mi sono sentita un pesce fuori dall’acqua con l’arrivo di internet, spaventata da quella tecnologia per me così complessa, avvertivo il peso di non conoscere la lingua per comunicare. Ho allora scoperto che la convinzione di non essere capace, di non essere all’altezza, non è altro che una forma di pigrizia rassicurante. Per non correre rischi, meglio dire “non sono dotata” e non fare neanche un tentativo. Quante volte diciamo ai bambini di assaggiare qualcosa prima di dire “non mi piace”! Ho quindi provato ed imparato, poco a poco, a muovermi nella corrente senza farmi trascinare e finalmente ho preso gusto all’uso – parziale, il giusto necessario – di questa famigerata tecnologia che tanto mi spaventava con la perenne paura di sbagliare!

Ognuno ha certamente un genio personale, chi nel parlare delle ore al cellulare, chi nel rimanere sulla rete per notti intere, chi per trovare giustificazioni varie: situazioni che sembrano difetti ma che rivelano, in realtà, delle qualità specifiche personali. Curiosità, dono della parola, abilità nel convincere: quelli che sono difetti apparenti rivelano, invece, le nostre vere attitudini. Impariamo, quindi, ad analizzarli e se ci fanno stare bene conviviamoci, organizzando al meglio la nostra vita tenendone conto. Se facciamo fatica ad alzarci, non programmiamo di andare al mercato all’alba, ma se amiamo l’alba e siamo in forma di prima mattina, facciamo quaranta minuti di camminata per il nostro benessere.

Accettiamoci per quello che siamo ma innanzi tutto impariamo a scoprire bene e con la massima lucidità chi siamo.

  • Tuffiamoci ogni giorno nel piacere.

Facile da dire, difficile da fare !

Ricordiamoci i giochi della nostra infanzia: il tempo non esisteva, tutta la nostra attenzione era concentrata sul presente, su quello che stavamo facendo. Questa condizione emotiva ottimale, là dove si perde la nozione del sé e del tempo, dovrebbe essere ricercata regolarmente dall’adulto. Quante volte mi sento dire “custodite con cura il bambino che c’è in voi”, “non abbiate paura di sembrare immaturi o infantili”, “lasciate vivere il bimbo che c’è in voi”. Tutto giusto, a patto che sia vissuto a momenti e non perennemente! Questo stato emozionale nutre la nostra energia positiva, quella che ci dà la carica per realizzare qualcosa che ci permetta di essere felici. Si può fare questo esercizio: chiediamoci, in una normale giornata, che cosa ci ha veramente procurato piacere. Cantare sotto la doccia? Accarezzare il gatto? Mangiare una caramella nuova? Scambiare un sorriso sul marciapiede? Respirare a pieni polmoni? Ascoltare il ticchettio della pioggia? E’ ormai scientificamente assodato che più si prova piacere più i nostri neuroni saranno capaci di stimolare la zona che li produce e li libera.

Questo è fondamentale per nutrire la propria motivazione e andare in fondo ai propri desideri.